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Trota Marmorata

Trota marmorata

La Trota Marmorata è una specie ittica importante per gli ecosistemi fluviali
dell’arco alpino ed è fortemente tutelata dalla normativa europea.
Nel territorio bellunese s’identifica in modo significativo con  il suo
areale distributivo, tant’è che nel bacino fluviale del Piave è
stata geneticamente monitorata come ceppo tipico.
La Provincia di Belluno sta dedicando ormai da diversi anni a questa
specie ittica particolari attenzioni gestionali finalizzate alla sua
salvaguardia e conservazione. Tra queste ricordiamo
soprattutto l’intervento, avviato agli inizi degli anni novanta, che ha
portato alla costituzione presso il Centro Provinciale di Acquacoltura,
sito lungo il torrente Ardo, affluente destro del Piave, in località Valli
di Bolzano del comune di Belluno, di un parco di riproduttori che consente
di disporre annualmente di un discreto quantitativo di avannotti e
di trotelle di marmorata per le azioni di ripopolamento a sostegno della specie
ittica stessa, per la cui tutela è stata anche vietata la semina in tutto
l’areale distributivo di materiale ittico appartenente alla specie Trota
Fario, al fine di limitare i fenomeni di ibridazione e di competizione
inter relazionale.
Caratteristiche: salmonide indigeno del corso medio-superiore
dei fiumi dell’Italia settentrionale, ha colore di fondo grigio-marrone,
ventre grigio-bianco, a volte con riflessi giallastri. Presenta le
parti superiori laterali del capo, del corpo e della coda ornati da
evidenti
mormoreggiature variegate, irregolari, in genere di colore più
scuro rispetto al resto del corpo, unite in una soluzione di continuitÃ
che
tende a risolversi talvolta in macchie scure solo ai margini inferiori dei
fianchi, sul pre-opercolo, sul capo e sulla pinna dorsale. La trota
marmorata si ibrida con relativa facilità con la trota fario dando
origine ad individui che presentano marmoreggiature discontinue,
frammiste a punti neri o rossi, in una vastissima serie di combinazioni.
Il periodo riproduttivo è concentrato fra la seconda metà di novembre e la
prima di dicembre. Può superare la lunghezza di un metro con pesi
anche superiori ai 15 Kg.
Nei corsi d’acqua bellunesi, soprattutto nei tratti di fondovalle ove è
maggiore la portata, è presente anche il Temolo. La diffusione della
specie, grazie ai corretti interventi di ripopolamento, si è
notevolmente accresciuta rispetto a quanto registrato nel 1992 con la
prima Carta
Ittica. Ad oggi si riscontrano buone presenze nella parte alta del
torrente Cismon e nel suo affluente Senaiga, nonché nelle parti terminali
dei torrenti Mis, Cordevole ed Ansiei fino a monte del lago di
S.Caterina di Auronzo. La presenza del Temolo risulta invece più contenuta
nel fiume Piave al confine con la provincia di Treviso, nel suo tratto centrale
dal ponte di San Felice fino a monte dello sbarramento di
Soverzene e nel tratto sopra il lago di Cadore. Abbastanza buona
o discreta è la presenza nei restanti tratti del Piave.